alessandro papetti
Alessandro Papetti (Milano, 1958) decide di dedicarsi alla pittura, dopo aver compiuto gli studi classici. Le prime influenze gli derivano dallo studio dell’arte antica, unita ad una predilezione per il movimento espressionista. Vivendo a Milano non può essergli stata estranea l’opera di quella cerchia di artisti, tra i quali Ferroni e Romagnoni, attivi negli anni sessanta, influenzati dalle teorie esistenzialiste di Sartre, Beckett e Camus. A partire dal 1985 si può già delineare il raggiungimento di uno stile pittorico personale, basato sulla rappresentazione di interni e figure. Il ciclo seguente, dall’emblematico titolo Reperti (1990-92), pone l’attenzione sui particolari, oggetti o strumenti situati nello studio dell’artista, o in fabbriche e cantieri navali abbandonati, sui quali il trascorrere del tempo ha impresso delle tracce indelebili. Da questo momento l’indagine di Papetti comprende scenari di archeologia industriale ed interni di ville settecentesche, uniti a vedute di strade di Parigi. Dal 1995 inizia uno studio approfondito sul tema del nudo. Nel 1999 fa la sua comparsa il tema dell’acqua: donne, uomini e bambini, che si tuffano, nuotano o semplicemente si lasciano avvolgere e cullare dalle onde. I loro corpi ne riflettono i riverberi e giochi di luce fino a dissolvere la propria consistenza volumetrica e diventare tutt’uno con la materia acquatica. In questi ultimi anni l’attività di Papetti continua a registrare la realtà circostante concentrandosi su temi come cantieri navali, nudi notturni ed interni, svelando attraverso pennellate frenetiche e pastose una dimensione dell’esistenza inafferrabile. Molto intensa l’attività espositiva in Italia e all’estero in spazi pubblici e gallerie private. Da circa 10 anni partecipa alle più importanti fiere internazionali. Tra le sue numerosissime esposizioni sono da ricordare: “Arte Italiana. 1968-2007. Pittura” curata da Vittorio Sgarbi, nello stesso anno espone alla collettiva “La nuova figurazione italiana. – to be continued... “ presso la Fabbrica Borroni di Bollate. Nel 2009 partecipa alla rassegna “NoLandscape –la sparizione del paesaggio” alla Fondazione Bandera di Busto Arszio, e, sempre nel 2009, a Palazzo Reale a Milano viene organizzata la personale intitolata “Il ciclo del tempo”.